LA LUCE IN SALA


O DIVINE NIGHT: CORTO DI NATALE
22 dicembre 2011, 6:14 PM
Filed under: Piccolo schermo

Devo ringraziare un lettore (grazie Giuseppe!) per avermi segnalato questo bellissimo corto. Eliot Rausch, il regista, è un giovane talentuoso dal passato burrascoso che diffonde le sue opere su varie piattaforme Internet, dove ormai è conosciuto e apprezzato. È stato notato soprattutto dopo aver vinto l’edizione 2010 del Vimeo Film Festival grazie all’opera Last minutes with Oden  (il doloroso racconto degli ultmi istanti di vita di un cane); dopo questo successo è stato coinvolto nella produzione di contenuti web, spot e cortometraggi vari.  Scorrendo la sua produzione risulta chiaro come Rausch prediliga le situazioni di disagio sociale, di sofferenza e di emarginazione.  Talvolta (Eliot coltiva una visione del cristianesimo del tutto personale), a sostanziare il susseguirsi delle immagini ci sono precisi riferimenti evangelici che restituiscono la ricerca di senso umano in modo particolarmente vibrante.

Il Natale è vicino.


7 commenti so far
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molto bello, ma fammi capire… quelli erano i re magi? il tizio nell’autobus cercava una stella… una sorta di Nativity 2011?

Commento di claudiolxxxi

Esatto Claudio… sono proprio i magi!
Si potrebbe tranquillmanente non pensarlo… non fosse proprio per il fatto che mirano il cielo. Da notare, nel desiderio di ricontestualizzazione, come al posto della stella ci sia una bellissima alba. Non so se la metafora fosse prevista… ma mi piace un sacco.

Commento di filippociak

Molto bello!
Volendo cercare il pelo nell’uovo si potrebbe dire che il dolore di… uhm… Maria (?) non è proprio cattolicissimo, ma l’insieme è comunque toccante. Grazie per questa piccola perla.
Buon Natale in Cristo!

Per il 2012, prima che i Maya facciano finire il mondo, dobbiamo vederci dal vivo! E magari organizzare una mega maratona cinematografica!
(c’entra poco, ma… hai visto il trailer dello Hobbit? WOW!!!)

Commento di claudiolxxxi

No no, certo! Non penso proprio che l’ottica sia minimamente cattolica! Verte soprattutto su questioni sociali, direi: il dolore è un accento sull’umanità della faccenda e sull’indigenza di alcune realtà. Il parallelismo non è perfetto, sono d’accordo!

Sul ritrovo preapocalittico ci sto! Sì: visto Lo Hobbit (c’è grande attesa)… il 2012 si profila un anno bomba (aiuto), c’è anche The Master, di PTA!!!!

Anche da parte mia, Claudio, i migliori auguri di Buon Natale a te e a tutti i tuoi cari!

Commento di filippociak

Da tutte le persone che si scandalizzano per i film in cui Maria geme per le doglie del parto, io sarei curiosa di sapere come farebbero loro a rendere sullo schermo la scena di un parto senza una madre che va in travaglio.
(Ehm: è la terza volta che cerco di riformulare questa frase in maniera un po’ meno acida, ma non ci riesco: non vorrei suonare acida, ma non so come altro esprimermi! °_°)
Posso capire le perplessità; ma, d’altro canto, non riesco proprio a immaginare in quale altro modo possa essere reso su video un parto (che poi in genere è il punto focale del film)!

A onor del vero, il regista di Io sono con te c’è riuscito: il parto di Maria sembra effettivamente indolore. Però non è nemmeno una scena che io ricordi come particolarmente toccante, (anzi); e comunque, lì, il regista stava cercando di trasmettere una sua visione del parto de-medicalizzato che era senz’altro abbastanza particolare.

Ma per il resto, seriamente: secondo me non vedremo mai un parto indolore in un film sul Natale, per la semplice ragione che non avrebbe presa sugli spettatori a un livello emotivo (lasciando perdere il fatto che non tutti conoscono questo “dettaglio” o ci credono).
Voi che dite?

Commento di Lucyette

Eh sì Lucyette. Ci ho pensato anche io, e sebbene creda che rendere il momento centrale della vicenda in rispetto della tradizione non sia impossibile (le possibilità sono infinite… si potrebbe premere sulla dolcezza del momento, creare una sequenza completamente muta, giostrare in modo particolare tutta una selva di immagini, musiche…possiilità espressive), che si insista sull’umanità (speciale ma terrena) di Maria, non mi è mai dispiaciuto. Non solo ha presa sul pubblico, catalizzando le emozioni, ma contiene un preciso stimolo a proiettarsi nel sì e nelle fatiche dei due sposi. Sarò anche esagerato… ma una natività “vicina”… è per forza più sentita…sia emotivamente che spiritualmente. Stiamo a vedere, secondo me prima o poi qualcuno proporrà questo delicato passaggio in modo eccezionale!

Commento di filippociak

Bel corto e interessante tutto il blog!

La tradizione patristica offre alcuni quadretti molto belli sulla nascita di Gesù, tutti però da contestualizzare nell’ottica dei Padri. In relazione ai dolori della partoriente, però, la Bibbia non dimostra particolari timidezze: il sentimento del ventre materno che si “agita” per i figli è spesso associato a Dio stesso e, nel NT, anche a Gesù. Per quanto riguarda poi Maria, i Vangeli non sembrano volerci presentare una regina algida e angelicata, ma una donna assai concreta. Quindi non credo che nessuna esegesi seria possa opporsi a una rappresentazione realistica del parto e dei dolori conseguenti. Luca poi era medico, e queste notazioni fisiologiche arricchiscono spesso le sue pagine.

Commento di francescofelici




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