LA LUCE IN SALA


LE DUE SUORE
24 dicembre 2011, 5:38 PM
Filed under: Di ispirazione, Film

(Come To The Stable)

USA 1949, di Henry Koster, con Loretta Young, Celeste Holm, Hugh Marlowe, Elsa Lanchester, Thomas Gomez, Dorothy Patrick, Basil Ruysdael, Dooley Wilson, Regis Toomey, Mike Mazurki …

Le due suore qualche decennio fa era considerato un bel classico di Natale. Come tanti altri vecchi film di impronta cattolica (attualmente “famosi” solo sulla carta) riscosse un notevole successo di pubblico e di critica (ben sette nomination agli Oscar – nominato miglior film ai Golden Globe) è finito inesorabilmente nel dimenticatoio e, ignorato dalla distribuzione, è diventato praticamente irreperibile. Non che questa scelta sia del tutto incomprensibile, il film è decisamente datato nel modo di intrattenere lo spettatore: tutto ha il sapore incantato di una favola, l’umorismo è piacevole ma fin troppo garbato, le avversità delle vita sono edulcorate… Si tratta insomma dei meccanismi propri di queste tragicommedie e dunque, come da copione,  non poteva mancare neppure una parentesi musicale al pianoforte!

Siamo nell’innevata Bethlehem, vicino a New York, due suore giunte dalla Francia, Suor Scolastica e Suor Margherita, stanno camminando nella neve. Sostano presso la casa di una pittrice di immagini sacre nella quale si sta rappresentando una natività vivente, in modo che la donna la possa ritrarre. Le due, accolte dalla donna, confidano di avere una missione precisa: in adempimento di un voto fatto a Dio (che salvò i bambini del loro ospedale in Normandia dai bombardamenti tedeschi), le due sono fermamente intenzionate a costruire un nuovo ospedale in America.

Si recano ovviamente dal vescovo il quale, pur apprezzando lo zelo e il candore di fede delle due sostiene di non poterle aiutare economicamente in quella che, effettivamente, appare come una follia. Suor Margherita e Suor Scolastica non si perdono d’animo e armate di fede e determinazione intraprendono un cammino irto di difficoltà verso la realizzazione del loro piano, coinvolgendo, di volta in volta, vari personaggi che gravitano intorno alla cittadina. Ce la faranno? Chissà… tenete conto che siamo pur sempre in un film natalizio e che, insomma, potremmo definirlo niente di più che una bella favoletta romantica… Ma è proprio così?

Leggo su “Life” dell’ 8 agosto 1949 (p. 49) che la scrittrice del film, Clare Boothe Luce, fu stimolata a concepire questo soggetto dopo essere stata colpita delle vicende del Regina Laudis Priory a…. Bethelhem! La Reverenda Madre Benedict Duss giunse nella cittadina di Bethelhem dalla Francia del secondo dopoguerra su invito di una nota pittrice di soggetti religiosi, Miss Lauren Ford. Suor Benedict era accompagnata da Suor Mary Aline Trilles, e le due possedevano in tutto soltanto 20 $… oltre alla grande forza lavorativa e alla fede coriacea, certo. Ospitate dalla pittrice già dopo poco ottennero in dono il terreno necessario da un vicino di fede congregazionalista, l’industriale Robert Leather. Questi possedeva una collina coperta di pini che desiderava mantenere integra perpetuamente… e sapeva che le suore ne avrebbero avuto cura come un luogo sacro.  Si iniziò così la costruzione del loro monastero, che esiste ancora oggi (non un ospedale, la natura contemplativa dell’ordine è stata modificata per andare incontro alla sensibilità del pubblico americano). Un film davvero cattolico, per ambientazione e ispirazione, che offre diversi momenti (se si guarda oltre al sentimentalismo) di vera spiritualità. Una scena fra tutte: le due sorelle pregano San Giuda, il santo delle cause perse, inginocchiate in cima alla collina. Se cercate un film che abbia l’atmosfera giusta per una serata precedente il giorno di Natale… Le due suore fa proprio per voi.



O DIVINE NIGHT: CORTO DI NATALE
22 dicembre 2011, 6:14 PM
Filed under: Piccolo schermo

Devo ringraziare un lettore (grazie Giuseppe!) per avermi segnalato questo bellissimo corto. Eliot Rausch, il regista, è un giovane talentuoso dal passato burrascoso che diffonde le sue opere su varie piattaforme Internet, dove ormai è conosciuto e apprezzato. È stato notato soprattutto dopo aver vinto l’edizione 2010 del Vimeo Film Festival grazie all’opera Last minutes with Oden  (il doloroso racconto degli ultmi istanti di vita di un cane); dopo questo successo è stato coinvolto nella produzione di contenuti web, spot e cortometraggi vari.  Scorrendo la sua produzione risulta chiaro come Rausch prediliga le situazioni di disagio sociale, di sofferenza e di emarginazione.  Talvolta (Eliot coltiva una visione del cristianesimo del tutto personale), a sostanziare il susseguirsi delle immagini ci sono precisi riferimenti evangelici che restituiscono la ricerca di senso umano in modo particolarmente vibrante.

Il Natale è vicino.



AGGIORNAMENTI FLASH: PALINSESTO NATALIZIO
20 dicembre 2011, 10:16 am
Filed under: News

Una provvidenziale lettrice (grazie, Emilia!) si è presa la briga di inviarmi un agile riassuntino di quello che ci propone il piccolo shermo nei giorni precedenti il Natale. Ecco qui:

(cliccate sugli asterischi per informazioni più complete!)

LE CRONACHE DI NARNIA: IL LEONE LA STREGA E L’ARMADIO (Andrew Adamson, 2005) – Giovedì 21, h. 21.05, RAITRE – Non c’è bisogno di introduzione, credo. Semplicemente uno dei film recenti più belli, adattissimo al Natale.

LA SANTA GERUSALEMMEGiovedì 21, h 02.00, RAIUNO – Un documentario scritto da Franco Scaglia e Andrea Di Consoli e diretto da Francesca Murli, che prende spunto dalle sette porte della città per raccontarne la vita quotidiana e la sua eccezionale storia, crocevia di culture e di fedi*. Qui, per quelli che pretendono dormire, lo streaming.

VERSO IL SANTO SEPOLCROGiovedì 21, h. 03.30, RAIUNO – Un viaggio nei fondamenti della religione cristiana, un luogo da cui si parte per poi ritornarvi, per poi ripartire ancora. Seguire Cristo fino al luogo della sua Morte e Resurrezione permette al fedele e al viaggiatore di ieri e di oggi di ritrovare il senso di una memoria comune*. Realizzato con l’aiuto dell’archeologo padre Michele Piccirillo, il documentario ne costituisce l’ultima testimonianza prima della morte. Regia di Luca Archibugi, 2009.

PIETRALCINA COME BETLEMME Sabato 24, h. 11.00, RAIUNO – L’allegoria della Natività nei luoghi più significativi della Città di Padre Pio, con la bellissima voce e l’arte del grande Anoldo Foà, che racconterà ai bambini, come in una Fiaba, il significato del Natale*.

NATIVITY (Catherine Hardwicke, 2006) – Sabato 24, h. 21.00, RAIMOVIE – Un film da rivedere prima di ogni Natale! Bellissimo. Qui la recensione de la Luce in sala. Non perdetelo!



FOTOGRAMMA/PENSIERO #18: DRACULA DI BRAM STOKER
19 dicembre 2011, 9:21 PM
Filed under: Fotogramma/Pensiero

(Bram Stoker’s Dracula, USA 1992, di Francis Ford Coppola)

Ho sempre amato Dracula e i vampiri (in generale ma con discrimini), quindi cavalco volentieri l’onda Breaking Dawn e propongo un fotogramma/pensiero un po’ diverso dal solito (e più lungo). La sezione vampiresca del genere horror è esattamente al secondo posto, dopo quella esorcistica, per uso dei simboli religiosi cattolici: là dichiaratamente, qui più in sottinteso. Il genere gotico ha, lo si può osservare partendo dal suo stesso nome (gotico), un’intima propensione per tutto un repertorio di forme e significati cattolici, per un sapere, una tradizione “cattolica” affascinante ed arcaica, una garanzia sicura contro il male. Naturalmente non bisogna omettere che il cattolicesimo profumava, per gli scrittori anglosassoni che lo adottarono nei loro romanzi, di superstizione… una superstizione adatta a lavori immaginifici e smaccatamente scollegati dal reale.  Il vampiro ha moltissimo a che spartire con qualunque demone, e dunque l’avversione per gli oggetti sacri è quasi perfettamente sovrapponibile a quella satanica: croci, acqua santa, luoghi consacrati… nella strabocchevole filmografia del genere vampiresco, anche in salsa teen, è stata richiamata alla mente di milioni di appassionati proprio l’idea che questi elementi abbiano un reale valore sacro… almeno per qualcuno (l’industria dell’intrattenimento ha ben presto proposto un brillante reimpasto di queste associazioni mentali… come leggo a proposito di True Blood). La battaglia col Nosferatu si conduce ampiamente brandendo soprattutto la croce di Cristo, simbolo di ogni bene, e solo pochi altri elementi compongono il Sacro Arsenale dell’Ammazzavampiri. La quantità di rilavorazioni ha richiesto uno sforzo di fantasia nel proporre approcci originali a tali oggetti: in una delle migliori scene di Buffy the Vampire Slayer (7×02 – Beneath you, Nick Mark), Spike (un villain atipico) riconquistata la propria anima  restando  fisiologicamente un vampiro abbraccia un crocifisso, lasciandosi ustionare; nel film Dracula’s Legacy (Patrick Lussier, 2001) si vuole che il demonio possa essere ucciso solo tramite impiccagione (per motivi… originali, appunto), e in esso entra in scena addirittura una Bibbia che, scagliata contro Dracula, divampa facendolo arretrare.

Nel Dracula di Coppola, per arrivare finalmente al nostro fotogramma, abbiamo il brano  più intenso: si è scelto infatti di mantenere un richiamo allo “strumento” più potente di tutti, il corpo stesso di Cristo. Non si tratta, ovviamente, del ghiribizzo di uno sceneggiatore, ma della volontà di mantenere un elemento ripetutamente convocato da Stoker sulle sue pagine (per questioni più vaste, come noto, snaturate a dispetto del titolo). L’ostia consacrata è in assoluto l’elemento più sacro della cattolicità… e non stupisce, nonostante la sua palese ed irruenta valenza apotropaica (è un eufemismo, ovvio), che incontrarlo sullo schermo in questi termini sia rarissimo, visto il rispetto (o il timore di polemiche) che ovunque suscita. Nel Dracula di Stoker il male fa disperare, seduce e colpisce infallibilmente, ed è capace soprattutto di infettare quasi fosse un virus, propagandosi attraverso una sorta di rito antieucaristico. Dracula è un anticristo che dona la vita eterna insegnando quanto di più lontano possa esistere dal sacrificio: l’omicidio, di fatto, antropofagico.  Invocare la protezione sacramentale dell’eucaristia non appare esagerato… e non lo apparve di certo a Stoker, che la impiega spessissimo (in modi che si potrebbero considerare anche sacrileghi) proprio per trasmettere la misura di un orrore pervasivo e del conseguente bisogno di un antidoto estremo che non ammette, ed è questo l’aspetto interessante, possibilità di fallimento.

Stoker apparteneva alla Church of Ireland, ma sua moglie era una fervente cattolica*; i diari dello scrittore, rinvenuti recentemente* forse potranno rivelare qualche elemento in più (saranno pubblicati nel corso del 2012, l’anno del centenario della morte dell’autore). Sull’eventuale afflato pro o contro cattolicesimo del romanzo di Stoker si sono interrogati alcuni studiosi offrendo analisi critiche che conosco troppo parzialmente per lanciarmi in osservazioni sicure… tuttavia, pur intuendo la problematicità di un similie trattamento della nostra religione, sono propenso a lasciarmi coinvolgere da alcuni particolari passaggi del romanzo. Vi saluto indicandovene due fra loro collegati: Jonathan Harker prima di salire nella diligenza che lo porterà al castello del Conte e, più tardi, dopo aver percepito la gravità delle circostanze:

Era una situazione ridicola, e tuttavia non mi sentivo affatto a mio agio. Comunque, avevo impegni precisi e non potevo tollerare intralci. Ho fatto quindi per sollevarla, dicendole, con tutta la serietà possibile, che la ringraziavo ma che non potevo rinviare il mio appuntamento, e che dovevo andare. Lei allora si è rimessa in piedi, asciugandosi gli occhi, e si è tolta una crocetta che portava al collo, porgendomela. Non sapevo che fare perché, essendo anglicano, mi era stato insegnato a considerare oggetti simili poco meno che idolatrici, e d’altra parte mi sembrava assai poco gentile opporre un rifiuto a una donna anziana animata da così buone intenzioni e nello stato d’animo in cui trovava. Suppongo che ella mi abbia letto il dubbio in viso, perché mi ha messo al collo il rosario cui era appesa la crocetta, dicendo: “Per amore di vostra madre” e se n’è andata.

[…]

Benedetta sia quella buona, buonissima donna che m’ha messo il rosario al collo!, perché, ogni qual volta lo tocco, mi è di conforto e mi da forza. È strano che un oggetto che mi è stato insegnato a considerare con diffidenza, come alcunché di idolatrico, possa essere di tanto aiuto in momenti di solitudine e turbamento. C’è qualcosa, nell’essenza stessa dell’oggetto, o questo è soltanto un veicolo, un tangibile ausilio che fa tornare a galla ricordi amabili, confortanti? Un giorno o l’altro, se sarà possibile, devo riflettere sul problema e tentare di venirne a capo.

B. Stoker, Dracula, Mondadori, Milano, 2005, pp. 33, 57.



AGGIORNAMENTI FLASH
13 dicembre 2011, 7:43 PM
Filed under: News

Eccomi qui, dopo un periodo di assenza (esami-influenza-problemi vari), con un normalissimo post di veloci ragguagli sul panorama cinecattolico:

ALBA RAI – Prima di tutto vi informo  che Raiuno trasmetterà il documentario religioso Il viaggio di Gesù (Sergio Basso, 2007) alle 2:30 (!!!) della notte fra giovedì 15 e venerdì 16; subito dopo (visto che a quel punto non avrete dormito 30 potrete benissimo non dormire 31) “Zanussi racconta Wojtyla”, (Mazzarella – Valente 1980), alle 4:00. Per quelli che non hanno così tanti crediti di sonno da scialacquare, ricordo la magnifica possibilità -già da adesso- dello streaming: qui Il viaggio di Gesù, qui Zanussi racconta Wojtyla.

BREAKING DAWN – Spero che le fan sfegatate chiuderanno un occhio se mi sbilancerò, ma non riesco proprio a ricordare un film -parlando di grosse produzioni americane, certo- per il quale abbia nutrito meno interesse. Non mi avevano attratto i romanzi (calorosamente raccomandati da più amiche), e decisamente non mi aveva spinto a proseguire la conoscenza della saga l’aver visto il primo film (Twilight, Catherine Hardwicke, 2008). Quando fui trascinato al cinema per vedere il secondo capitolo, New Moon (Chris Weitz, 2009), promisi davanti a Dio e agli uomini che mai più avrei immolato un solo cent in favore di Meyer & Co. Fiero di essere fra i nostalgici estimatori del compianto Buffy the Vampire Slayer mi beavo nella lettura delle più orripilate stroncature…  e diciamo insomma che in quella masnada di pettoruti cagnacci e vampiri glitterati non avrei mai e poi mai potuto accorgermi di alcunché di buono… se non mi fossi imbattuto, durante la lettura di una delle sopraddette stroncature (una delle più gustose), in parole assai rivelatrici: a provocare il disastro cinematografico sarebbe stata, fra le altre cose,”la follia autoriale, di cui è responsabile solo e soltanto Stephenie Meyer (il sesso? Solo dopo il matrimonio. L’aborto? Giammai, meglio rischiare la morte anche se stai per partorire il Diavolo”. Parole che nel tentativo di denunciare l’esecrabile hanno in realtà acceso una scintilla e liberato un benefico tarlo. Forse sarebbe stato opportuno che ritornassi sui miei passi… e magari vedessi i film? Con sollievo scopro che non è necessario: ci ha già pensato Massimo Introvigne in un suo articolo ad hoc… e dunque vi ci rimando più che volentieri!

TE PUEDE PASAR A TIL’ UCCR informa prontamente del nuovo film di Juan Manuel Cotelo, regista già citato da questi parti per il suo documentario La Ultima Cima. Col titolo che pare una vaga minaccia (una bellissima minaccia), Può succedere anche a te  racconta la storia di dodici straordinarie conversioni dall’ateismo, in dodici paesi diversi, in dodici capitoli che verranno rilasciati singolarmente. Per alcune interessanti anticipazioni sulle vicende riportate vi rimando all’articolo originario. Eccovi il trailer… io non so una parola di spagnolo, ma si capisce abbastanza. Alla prossima!



NEWS VARIE (E PERSONAL #9)
7 dicembre 2011, 2:50 PM
Filed under: News, Personal

COMPLEANNO: Lo scrivo o non lo scrivo? Ma sì, scriviamolo: il 3 dicembre la Luce in sala ha compiuto un anno! Complice la rarefazione di neuroni, la mancanza di post pronti e film visionati di fresco… nonché l’esplicita richiesta di qualcuno, oggi (con ben 4 giorni di ritardo) mi lascio andare a un resoconto un po’ narcisista e vagamente celebrativo… Ma no, scherzo ovviamente, non è proprio il caso di fare chiasso eppure… c’è nell’aria una certa soddisfazione. Mi sembra sia stato ieri quando incappavo nella lettura propedeutica titolata più o meno “10 consigli per aprire un blog”, scoprendo che la prima prova da superare nell’avventura fosse quella di resistere alla crisi del quinto mese. Secondo quell’articolo una buona fetta dei blog fondati ogni giorno morivano di lì a qualche mese, causa perdita dell’entusiasmo, dello sprint iniziale o della tiepidezza dei lettori. Beh insomma, all’anno ci sono arrivato, ecco, e così a mo’ di diario di bordo vi riporto qualche numero per niente sconvolgente ma che un giorno potrebbe farmi piacere rileggere: ad oggi sono stati pubblicati 156 post (alcuni oscenamente brevi, altri invece un po’ più interessanti), di cui 29 recensioni di lungometraggi (volevo arrivare a 30 ma pazienza) e 17 cosiddetti fotogramma/pensiero. Il mondo cinematografico mi ha dato una gorssa mano, palesando – e non possiamo che bearcene – un vero e proprio revival dei temi religiosi su grande schermo. Per sommi capi posso dire che la recensione in assoluto più cliccata è stata quella di Magnolia (un film ormai di qualche anno, ma che evidentemente incuriosisce e interroga ancora il suo pubblico) seguita a ruota da The Tree of Life e Il rito. Una vera valanga di contatti li ho avuti per l’articoletto striminzito su Pinion IV, il Papa di Cars 2 (ma pensa te…). La referrer list mi dice inoltre che i cattolici bramano i film che non arrivano mai sugli schermi: tantissime ricerche per “The Way in Italia”, “There Be Dragons distribuzione”, e via dicendo. Qualora il boss di qualche casa di distribuzione passasse di qua (come no?!?), ci tengo a far notare che l’aspettativa per Cristiada è alta, chiaro? Infine diversi internauti arrivano da queste parti cercando “lista film cattolici”, cosa che mi aiuta a capire l’effettiva utilità di una… beh, lista di film cattolici!

INTERVISTA A ZEFFIRELLI: Il notissimo regista cattolico, rivela oggi Avvenire alcuni interessanti retroscena della sua passata produzione religiosa. Lo sapevate che i Beatles dovevano partecipare al suo film su Gesù? E che nelle sue passate permanenze milanesi conobbe e frequentò il futuro Paolo VI? Leggete, leggete… Particolarmente significativa questa sua dichiarazione: ” […] ero stato turbato in molti momenti durante le riprese del film francescano, perché quando l’eternità dello spirito si traduce in una illustrazione, anche buona, significa sempre limitarla”.

LE STRAGI DEI CRISTIANI IN TV: Sempre da Avvenire (qui), apprendiamo che il 9 dicembre su Rete4 prenderà il via la quarta edizione di Storie di confine. In apertura un tema decisamente controtendenza, quello della virulenta lotta anticristiana nell’India odierna. La puntata è titolata “India, caccia ai cristiani”, e potrete vederla questo venerdì alle h. 23.45

CERCANDO LE SETTE CHIAVI: Parlavo qualche settimana fa del film Le sette porte, incentrato sulla spiritualità dell’architetto (forse futuro beato) Antoni Gaudì. Informazioni aggiornate legate alla prima ufficiale che si terrà venerdì 9 dicembre al cinema S. Spirito di Ferrara (alle h. 20.30), mostrano come ci sia stato un cambiamento di titolo, e rivelano alcune notevoli collaborazioni all’opera: “Josep Tarragona, biografo di Gaudì per la causa di beatificazione; Jordi Bonet, architetto direttore dei lavori alla Sagrada Familia; Etsuro Sotoo, famoso scultore giapponese che si è convertito al cristianesimo lavorando alla Sagrada e di cui il documentario riporta la forte testimonianza; M. Antonietta Crippa del Politecnico di Milano curatrice di tante pubblicazioni su Gaudì architetto e credente” (qui l’articolo completo, qui una bella video-intervista al regista-sacerdote Massimo  Manservigi). Un appuntamento da non perdere!