LA LUCE IN SALA


FOTOGRAMMA/PENSIERO #23: WILDE
27 giugno 2014, 11:23 am
Filed under: Fotogramma/Pensiero

wilde(Wilde, UK, 1997, Brian Gilbert)

Posso credere in qualsiasi cosa purché sia incredibile. Per questo voglio morire da cattolico. Ma da cattolico non vivrei. Il cattolicesimo è una religione così romantica, ha santi e peccatori. La Chiesa Anglicana ha solo persone rispettabili che credono nella rispettabilità. Fa i vescovi non in base alla fede ma all’incredulità. È la sola Chiesa in cui gli scettici sono sull’altare, S. Tommaso il dubbioso è il principe degli apostoli. No, io non potrei morire nella Chiesa Anglicana.

Il fotogramma di questa puntata ha reso necessario il corredo d’uno spezzone di dialogo; circostanza felicissima, trattandosi di un boquet di aforismi di Oscar Wilde.

Il film di Gilbert è un’opera accurata, ragion per cui non ha potuto escludere dalla biografia del famoso esteta il suo acceso interesse per il cattolicesimo. Certo, non accompagnando fino alla tomba lo scrittore, può esimersi dallo specificare che l’asserzione “voglio morire da cattolico”, non era una frecciata contro gli anglicani – come quelle che seguono – ma un desiderio profondo che si realizzò effettivamente. Abbiamo qui un testo costruito artificialmente (e bene!), incollando e aggiustando una serie di affermazioni wildiane tarate sul contesto della scena; ma chi conosce Wilde sa bene che, da cattolico, il noto scrittore avrebbe vissuto più che volentieri. Sicuramente tuttavia, arrivato a un punto della sua vita, il nostro tergiversò sino agli ultimi istanti: ne do atto agli sceneggiatori.

È lodevole che l’unico biopic dedicato a Wilde si sia preso la briga di lasciare spazio a questi argomenti, seppur collocandoli in secondo piano. Il film offre le sue legittime – e opinabili – interpretazioni sulla parabola sessuale del protagonista*, ma richiama persino – ed era tutt’altro che necessario ai fini della narrazione – che Ross, il primo amante di Wilde, si convertì al cattolicesimo.

Questo e molti altri interessanti retroscena sono oggi definitivamente divulgati anche grazie al bel libro di Paolo Gulisano, Il ritratto di Oscar Wilde, Milano, 2009. Qui ho voluto vederne qualcuno anche nel film di Gilbert. Sono pochi e frettolosi, e non restituiscono al personaggio quella complessità cui anelerebbe l’immagine strumentale che s’è voluto sponsorizzarne… ma sono decisamente meglio di niente.

Solo se si conosce l’ottica sub-cattolica di Wilde, si possono comprendere davvero alcuni dei suoi motti più disarmanti, compreso il mio preferito:

A questo mondo vi sono solo due tragedie: una è non ottenere ciò che si vuole, l’altra è ottenerlo. Questa seconda è la peggiore, la vera tragedia.

*Giusto per sicurezza: non faccio parte del gruppo di quanti negano o minimizzano l’omosessualità di Wilde che, beninteso, è stato uno dei miei autori preferiti e di cui ho letto l’opera omnia. Sono semmai propenso a criticare alcune scelte narrative, perché io (ovvero un pinco pallino che non fu – come altri – il confidente di Wilde) le ho immaginate, nella realtà, impaginate in modo diverso.